Audiologia
Ti capita spesso di farti ripetere le parole?
È frequente che il paziente si rivolga al medico specialista in ORL in quanto riferisce che i familiari lo invitano ad abbassare il volume del televisore o che non ha sentito lo squillo del telefono o che non sente quando gli parlano.
Questo succede molto spesso per un problema di diminuzione della capacità uditiva conseguente a un danno di una o più parti del sistema uditivo. La perdita uditiva è un processo molto spesso progressivo che interessa il 10% della popolazione mondiale. Si ritiene che in Italia circa 7 milioni di persone ne siano affette. Spesso è legata all’avanzamento dell’età alla quale possono aggiungersi una pregressa esposizione a rumori, patologie infiammatorie dell’orecchio, l’uso di farmaci ototossici e l’uso di alcool e fumo. È possibile che fattori costituzionali incidano sfavorevolmente sulla predisposizione ed evoluzione della malattia stessa.
I sintomi che si riscontrano in chi avverte una diminuzione dell’udito sono la difficoltà a percepire con chiarezza le parole durante conversazioni specie in ambienti rumorosi, quando l’interlocutore parla sottovoce o durante le conversazioni telefoniche.
L’ipoacusia può essere identificata mediante una semplice diagnostica strumentale, non invasiva ne dolorosa, che permette di quantificare il disturbo riferito.
Che cos’è l’acufene?
Col termine acufene ( o tinnito ) si tende ad indicare la percezione di suoni o rumori ( ma non di voci) negli orecchi o nella testa senza che vi sia un rumore esterno. Di questo disturbo ne soffrono circa 17% della popolazione indipendentemente dall’età, estrazione sociale e livello culturale. Per molte persone gli acufeni sono causa di sofferenza, in altre si accompagnano ad ansia, depressione; spesso possono disturbare il sonno e sembrano aumentare quando il rumore di sottofondo diminuisce. Normalmente si distinguono due tipi di acufeni: l’acufene oggettivo ed il soggettivo. L’acufene oggettivo è raro ed è determinato da un suono che si genera all’interno del corpo. Generalmente è causato da anomalie vascolari che determinano l’insorgenza di un flusso ematico turbolento che attraverso il tessuto osseo viene trasmesso all’orecchio. Tale acufene spesso è pulsante, sincrono con l’attività cardiaca e può essere espressione di una malformazioni artero-venosa.
In altri casi si associa a un disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare, a una contrazione spontanea dei muscoli dell’orecchio medio, a un mioclono palatale o a una disfunzione della una tuba di Eustachio che fa passare il suono dal rinofaringe all’interno dell’orecchio medio. Talvolta tale suono può essere udito anche dal Medico Specialista.
L’acufene soggettivo invece è più comune e rappresenta una percezione personale di un suono in assenza di un qualsiasi rumore reale e pertanto non può essere percepito all’esterno. Varia molto nei singoli individui per frequenza e intensità ed è molto sensibile nelle situazioni di stress, o di sforzo fisico. Di solito viene facilmente mascherato dagli altri suoni e pertanto viene percepito soprattutto la notte quando c’è silenzio. Quando l’acufene è severo spesso si associa a ipersensibilità ai rumori (iperacusia) e alcuni suoni possono essere percepiti distorti e fastidiosi. Le cause dell’acufene soggettivo sono molto varie e comprendono l’esposizione a rumori anche non particolarmente intensi per lunghi periodi, come anche l’esposizione brevissima a rumori molto forti. Frequentissimo è l’acufene in corso di idrope endolinfatica o di otosclerosi e spesso è il primo sintomo a manifestarsi nel neurinoma del nervo acustico. Molti farmaci possono indurre l’acufene: i più noti sono l’aspirina e gli antibiotici aminoglicosidi. Altre sostanze che possono causare l’acufene sono lacaffeina e l’alcool. L’acufene causato da agenti farmacologici si ritiene possa essere in alcuni casi reversibile con la sospensione del farmaco che l’ha generato. I meccanismi con cui queste sostanze inducono l’acufene non è certo, ma si ritiene che ci sia un effetto degenerativo a livello delle cellule della coclea. La terapia dell’acufene è molto complessa e comprende tecniche di mascheramento, terapia medica o chirurgica, stimolazione elettrica o tecniche alternative come il biofeedback. La maggior parte dei trattamenti tradizionali porta a significativi miglioramenti in un ridotta percentuale di persone ed a volte per limitati periodi. Attualmente si è indirizzati verso la terapia cognitivo comportamentale che è l’acquisizione di una serie di tecniche di autocontrollo per poter raggiungere un livello di consapevolezza affinché gli acufeni che continuano ad essere presenti non rappresentino un problema.
Audiometria tonale
L’esame audiometrico tonale è il test più comune per valutare la sensibilità uditiva. Esso permette di misurare la soglia della percezione uditiva, per i toni puri, nel campo delle frequenze 0,125 – 8 kHz, in intervalli di ottava.
Per effettuare questo esame, che viene svolto normalmente in cabina silente, si utilizza l’audiometro, che è uno strumento capace di produrre ed erogare toni puri.
Questi suoni vengono somministrati al paziente, separatamente per ciascun orecchio, ad intensità liminare, che è il livello minimo di udibilità dei suoni puri percepibili dall’orecchio umano mediante l’uso di due cuffie (via aerea); in un secondo momento gli stessi toni puri vengono inviati tramite un vibratore, posto sulla mastoide del paziente (via ossea).
Dal confronto tra le due soglie, ottenute la prima per via aerea, la seconda per via ossea, è possibile porre diagnosi d’ipoacusia trasmissiva (sofferenza dell’orecchio medio), ipoacusia percettiva (sofferenza dell’orecchio interno e delle vie acustiche), ipoacusia mista (sofferenza sia dell’orecchio medio che dell’orecchio interno).
Esame audiometrico tonale in paziente idrope endolinfatica destra.
Audiometria vocale
Studio della funzione uditiva effettuata mediante la somministrazione al paziente di stimoli verbali. Con questo esame è possibile valutare l’abilità del paziente nel riconoscere il linguaggio ma, soprattutto, provare le sue capacità comunicative. È inoltre un valido strumento di diagnostica audiologica protesica.
Esame audiometrico tonale in paziente idrope endolinfatica destra.
Impedenzometria
Valuta la funzionalità dell’apparato di trasmissione e dell’apparato neurosensoriale mediato dall’orecchio medio. Si suddivide in:
Questo esame può essere utile per effettuare una diagnosi differenziale fra le varie forme di ipoacusia trasmissiva.
Potenziali acustici evocati (ABR)
L’ ABR è uno dei test elettrofisiologici che indagano le vie nervose uditive analizzando le differenze di potenziale che uno stimolo acustico provoca, progredendo dalla periferia verso il centro, suscitando un’attività del nervo, che possiamo registrare attraverso degli elettrodi applicati in punti particolari della testa. Questo test è utile nella diagnosi differenziale delle ipoacusie neurosensoriali.